L’interruzione del dialogo interiore, cioè del flusso di pensieri che noi incessantemente rivolgiamo a noi stessi, è una tecnica base in molte discipline spirituali, per esempio in alcuni sistemi di meditazione yogica. Se eliminiamo l’interferenza del dialogo interno, che ci impone di non cercare nulla oltre i limiti delle sue categorie, la nostra ragione è costretta a farsi da parte, e allora molte meraviglie diventano possibili: una cosa semplice come “guardare” può trasformarsi nell’atto magico di “vedere”, cioè nella percezione diretta dell’energia così come fluisce nell’universo. Portare a compimento quest’impresa significa fermare il mondo, interrompere per sempre la coesione e la coerenza della nostra percezione.
L’interruzione del dialogo interiore comporta anche la sospensione dell’interpretazione sensoria. Per interrompere l’immagine del mondo (dialogo interiore) che si possiede fin dalla culla, non è sufficiente volerlo o deciderlo. E’ necessario avere un compito pratico; questo compito pratico è chiamato “il modo giusto di camminare”. Ad esempio, se guardando verso un punto esattamente di fronte, nell’arco che parte dalla punta dei piedi e finisce all’orizzonte, in mancanza della consueta relazione con un solo elemento per volta, si è incapaci di parlare con se stessi, si raggiunge il silenzio interiore.
(Carlos Castaneda)
audivit domini et adjutor meus. dominis factum et adjutor meus
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