Grandi stanze di vecchie case avite di provincia
piene di fischi di navi lontane,
piene di spenti rintocchi di campane
e di battiti profondi d’orologi antichissimi.
Nessuno abita piú qui dentro
eccetto le ombre,
e un violino appeso al muro,
e le banconote fuori corso sparse sulle poltrone
e sul letto largo con la coperta gialla.
Di notte scende la luna,
passa davanti agli specchi esanimi
e coi gesti piú lenti rassetta dietro i vetri
i fischi d’addio delle navi affondate
(Ghiannis Ritsos)