Oltre al conformismo inteso come mezzo per superare l’isolamento, un altro fattore nella vita contemporanea deve essere preso in considerazione: la routine del lavoro e del piacere. L’uomo diventa un ‘dalle nove alle cinque’, è parte della forza del lavoro, della forza burocratica degli impiegati e dei dirigenti. Ha scarsa iniziativa, i suoi compiti essendo prescritti dall’organizzazione; vi è ben poca differenza tra chi è in cima alla scala, e chi è in basso. Tutti seguono schemi prestabiliti, con una velocità prestabilita, in modo predisposto. Perfino le reazioni sono prescritte: allegria, tolleranza, amabilità, ambizione e capacità di andare d’accordo con tutti senza attrito. Il divertimento è organizzato nello stesso modo, sebbene non con lo stesso sistema; i libri sono selezioni da biblioteche, i film dagli impresari, e gli slogan pubblicitari coniati da loro; il resto è pure uniforme; la gita domenicale in automobile, i programmi televisivi, le riunioni e i ricevimenti ufficiali. Dalla nascita alla morte, dal lunedì alla domenica, da mattina a sera, tutte le attività sono organizzate e prestabilite. Come potrebbe un uomo prigioniero nella ragnatela della routine ricordarsi che è un uomo, un individuo ben distinto, uno al quale è concessa un’unica occasione di vivere, con speranze e delusioni, dolori e timori, col desiderio di amare e il terrore della solitudine e del nulla?
(Erich Fromm)
Un capogiro, là dove è impossibile discernere il punto dell’iniziativa dal punto del principio, a stretto giro, ovvero in senso stretto, ogni punto è un capo, non si rinviene un appunto.
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Grazie, Alekosoul! Penso che maturare un po’ di consapevolezza della routine, della gabbia/guscio di ferro nelle quali sono intrappolate sovente le nostre esistenze, è già un primo passo verso la propria individualità. Un primo passo verso un’altra esistenza nell’autentico senso della parola di “ex-sistere”. GRAZIE!
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penso che bisogna distinguersi dalla massa per essere qualcuno da ricordare, avere uno stile proprio nelle scelte di vita, ma forse oggi questo concetto non vale più, la gente preferisce omologarsi e farsi inghiottire dall’anonimo comune sentire, l’originalità non paga più e a volte viene anche scambiata per arretratezza. Io però continuo a metterci del mio anche se non sempre è facile. Buona giornata!
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