Abbiamo perso anche questo crepuscolo.
Nessuno ci ha visto stasera mano nella mano
mentre la notte azzurra cadeva sul mondo.
Ho visto dalla mia finestra
la festa del tramonto sui monti lontani.
A volte, come una moneta
mi si accendeva un pezzo di sole tra le mani.
Io ti ricordavo con l’anima oppressa
da quella tristezza che tu mi conosci.
Dove eri allora?
Tra quali genti?
Dicendo quali parole?
Perché mi investirà tutto l’amore di colpo
quando mi sento triste e ti sento lontana?
È caduto il libro che sempre si prende al crepuscolo
e come cane ferito il mantello mi si è accucciato tra i piedi.
Sempre, sempre ti allontani la sera
e vai dove il crepuscolo corre cancellando statue…
(Pablo Neruda)
La festa del tramonto sulla mia campagna. A questo mi fa pensare Neruda.
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Neruda riesce spesso, con la semplice spontaneità dei grandi artisti, a rendere universale un’esperienza e un pensiero personali, accogliendoci in un mondo, il suo, che è anche nostro, ma sopratutto ricordandoci sempre che abitare il tempo e lo spazio non significa niente, se non li si vive intensamente, attraverso le emozioni e i sentimenti… Have a nice day 🙂
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