Capì chiaramente che tutto il male cui aveva assistito e la tranquilla sicurezza di chi lo commetteva, dipendeva solo dal fatto che gli uomini volevano fare una cosa impossibile: correggere il male, essendo impastati di male. Finalmente capiva il perché di tutti gli orrori che aveva visto, e sapeva cos’era necessario fare per eliminarli. La risposta era quella data da Cristo a Pietro: perdonare sempre, tutti, perdonare infinite volte, perché non esistono uomini senza colpe e dunque in grado di punire e correggere. “E i criminali? Bisogna lasciarli impuniti?”; ormai non lo turbava più. Avrebbe un senso se si potesse dimostrare che le punizioni arginano i delitti e rieducano i colpevoli. Ma accade proprio il contrario: non è in potere dell’uomo giudicare. Egli aveva ormai capito che la società e l’ordine esistono ancora non per merito di questi criminali legali che giudicano e puniscono, ma solo perché, malgrado tanta ignoranza, gli uomini si compatiscono e si amano.
(L. Tolstoj)
Bello da rileggere questo Tolstoij oggi 26 luglio 2016, dopo la notizia dell’ultima barbaria.
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Vero… semmai la nostra civiltà riuscirà a uscire da questo tunnel di violenza, sarà solo per merito dell’umanissimo sentimento di compassione, cioè del soffrire insieme, del comprendere l’altrui dolore come parte sostanziale di una comune esperienza di vita… riuscirci di fronte a episodi di cieca violenza non è facile, ma un vissuto di dolorosa empatia è la sola strada verso una saggezza condivisa…
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Solo riconoscendo che la guerra non è un mezzo praticabile.
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