Roccioso e sulfureo combo sludge di Vancouver, i Seer sono soliti procedere discograficamente per piccoli passi, ovvero Ep di media durata, quasi come racconti brevi autoconclusivi, caratterizzati da un’atmosfera portante ben precisa. Scelta interessante e feconda, che ha però trovato discontinuità, a causa di meri motivi organizzativi, in occasione di questa release, “Vol. III & IV: Cult of the Void”, che altro non è che l’unione di due nuovi Ep in un solo disco.
Tale estemporanea comunione/giustapposizione è immediatamente percepibile, in quanto le prime quattro tracce differiscono grandemente dalle altrettanti restanti. Laddove infatti le prime si concentrano su uno sludge-doom di stampo piuttosto classico, sebbene non privo di una sua epica melodicità di fondo (“Ancient Sands”, “Burnt Offerings”), le seconde son in massima parte strumentali acustici, di carattere meditativo e naturale (“Spirit River”).
Questa chiara struttura dicotomica possiede però più pregi che difetti, perché quanto di oscuro, pesante e minaccioso viene costruito nella prima metà, viene catarticamente disciolto nella seconda, una soluzione di continuità che evoca la dinamica alternanza di tutti i cicli naturali: notte e giorno, accumulo e rilascio, morte e rinascita.
Sebbene la ricetta dei Seer non sia di per sé innovativa o rivoluzionaria, il gruppo canadese la padroneggia assai bene, e dimostra di avere la necessaria ispirazione e lucidità per risultare comunque sufficientemente fresco e personale. Molto positivo, in questo senso, sopratutto il cangiante lavoro vocale di Bronson Lee Norton, espressivo e incisivo sia col growl, sia con le clean vocals.
Ottimamente supportato in sede produttiva da un certo James Plotkin, “Vol. III & IV: Cult of the Void” è quindi un peculiare doppio album col dono della sintesi, impreziosito inoltre dal notevole artwork ad opera di Waguna Wiryawan.
Band da tenere in debita considerazione!