“Entropy Mantra”, secondo album degli americani Anicon, dopo il valido battesimo di “Exegeses”, uscito nel 2016 su Avantgarde Records.
Nel frattempo il gruppo di NY non è rimasto con le mani in mano, concentrandosi su attività live, split e lavoro di scrittura, tutta esperienza convogliata in questi 7 nuovi brani, granitici esempi di moderno USBM, impegnativo e stimolante, nel suo conciliare tradizione e passione.
Condotto dalle abili mani della coppia d’asce Nolan Voss e Owen Rundquist, entrambi anche al microfono, il songwriting degli Anicon si sviluppa senza conoscere flessioni o momenti morti, inanellando riff tecnici ma sempre piuttosto freschi, nella loro incisività, merito anche dell’ottimo lavoro alle pelli di Lev Weinstein, decisamente in risalto nell’impasto sonoro.
Fra momenti più immediati e tirati (“Wither and Waste”, “Tarnish On The Emblems Of Ardor”) e altri maggiormente atmosferici e articolati (“Blood From A Road”, “Paling Terrain”) l’album scorre con scioltezza e convinzione, regalando parecchi attimi di sano entusiasmo metallico.
Poco altro da aggiungere al valido lavoro di una band che sta dimostrando di avere tutte le carte in regola per stabilire una solida posizione di forza, in un panorama black metal sempre affollato, ma cronicamente avaro di visibilità di qualità.