Nel composito e articolato panorama della scena black norvegese il nome dei Mortem si era ormai perso fra miti e leggende. Correva l’anno 1987 quando apparì sotto questo nome il demo “Slow Death”, seminale esempio di quella che sarà poi l’evoluzione del death in black.
Successivamente Marius Vold e Steinar Johnsen (aka Sverd) si dedicarono ad altri progetti e collaborazioni, come Arcturus, Thorns, Stigma Diabolicum e Ulver, e il nome dei Mortem finì nel dimenticatoio.
Tale oblio è terminato lo scorso anno, quando il duo fondativo, chiamati a rinforzo Hellhammer alle pelli e Seidemann alla chitarra, ha iniziato a lavorare su materiale inedito, poi confluito, grazie a Peaceville Records, in “Ravnsvart”, album dalle ovvie tinte vintage, a partire dalla copertina dal gusto retrò, ma che all’ascolto appare in realtà assolutamente al passo coi tempi, sia a livello compositivo che produttivo.

Gran parte del merito sta ovviamente nella bontà della line-up, vero è proprio dream team del black norvegese, che non tradisce le aspettative confezionando una buona manciata di canzoni solide e coese, nelle quali ciascuno dei musicisti coinvolti ha modo di ricavarsi il giusto spazio.
Sia il drumming preciso e glaciale di Hellhammer che il riffing aggressivo e martellante di Seidemann sono sempre in prima linea, nel delineare gli arcigni fondali su cui si staglia lo screaming di Marius, grezzo e sgraziato, come ai tempi di “My Angel”, con occasionali ma importanti incursioni tastieristiche di Sverd, a dare un più ampio respiro a brani altrimenti del tutto lineari e immediati.
“Ravnsvart” è quindi un puro concentrato di black metal norvegese, così come lo si faceva negli anni ‘90, ma debitamente aggiornato a quella che è la resa sonora attuale, senza esagerare con la pulizia e la post-produzione, riuscendo a catturare comunque quanto di quello spirito indomito e ineffabile sia rimasto nell’aria. Un piacevole tuffo nel passato, che fa istantaneamente dei Mortem uno dei nomi classici del genere.
